Approfittando del disgelo anticipato che ci sta regalando un inizio di stagione col botto, domenica 9 aprile un gruppetto si è recato sul bel torrente del Pinerolese. Dalle valli il nostro president con il giovane rampollo, io e Roby. A Venaria ci troviamo con Davide, arrivato dall’eporediese. Appuntamento all’una allo sbarco con l’altro Roby, da Coazze, e Alessandra, una ragazza italiana che però sta a Briançon.
Il livello permette la discesa integrale del tratto classico, quindi predisposto il recupero ci rechiamo all’imbarco sotto l’area attrezzata di Perrero.
L’atteggiamento è prudenziale e nessuno si sente in vena di arrischiare il primo passaggione. Tanto ce n’è da vendere anche dopo. Scendiamo in formazione, con i meno esperti e i “vecchietti” al centro, mentre i più giovani o i più in forma aprono e chiudono la fila, io seguo Roby che conosce le pietre per nome. Dal momento che Alessandra non l’ha mai percorso e per noi è la prima discesa dell’anno (a parte Roby che l’ha già fatto, ma solo il tratto alto) ci fermiamo a ispezionare i passaggi più impegnativi.
Qualcuno vola, qualcuno si limita a galleggiare, ed è già soddisfatto così…
La discesa avviene senza incidenti, anche se Alessandra, andata in eskimo verso metà percorso, prende una botta alla mano già dolorante e decide di abbandonare, comunque soddisfatta di quanto fatto fino ad allora.
Proseguiamo in sei, trasbordando lo sbarramento più alto (visto che i kayak costano…) e per prudenza anche una delle ultime rapide, quella che inizia con il grosso massone in mezzo al fiume, perché Valerio nota durante lo scouting che si è aperto un sifone in sponda sinistra, non distante dalla linea di discesa.
Sbarchiamo infine dopo circa tre ore e mezza di discesa, stanchi (almeno gli anziani) ma soddisfatti.
Stura di Viù, Alpikayak
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